La musicoterapia è “l’uso pianificato della musica per raggiungere obiettivi terapeutici con bambini e adulti che hanno speciali esigenze a causa di problemi sociali, emotivi, fisici o intellettivi”.4
L’iter formativo di un musicoterapeuta varia da nazione a nazione.
In Italia un musicoterapeuta è un professionista della relazione d’aiuto, con comprovate competenze e capacità tecniche in ambito musicale, che ha frequentato un corso triennale e/o quadriennale conseguendo un Diploma in Musicoterapia, sostenendo esami e discutendo una tesi finale.
La sua formazione abbraccia 4 aree.
– Area Musicale, che comprende competenze relative a:
antropologia della musica, acustica, armonia, etnomusicologia e folklore, psicologia della musica, semeiotica della musica;
– Area Musicoterapica, che comprende competenze relative a:
sviluppo storico della disciplina, modelli e tecniche di musicoterapia, area clinica, aspetti metodologici e teorici (osservazione e inquadramento musicoterapico, progettazione, verifica e valutazione dei risultati), diversi aspetti del linguaggio musicale: ritmo-melodia-armonia / voce-corpo-strumenti;
– Area Psicologica, che comprende competenze relative a:
elementi di psicologia generale, psicologia dell’età evolutiva, correnti e teorie psicologiche e psicopatologiche, psicopatologia;
– Area medica, che comprende competenze relative a:
epistemologia della medicina, elementi di anatomofisiologia e patologia del SNC, elementi di clinica, di neuropsichiatria infantile e di psichiatria degli adulti.
I musicoterapisti aiutano gli utenti a raggiungere una grande varietà di obiettivi non musicali, come:
– Migliorare le abilità sociali
– Esprimere le emozioni
– Accrescere l’autostima
– Migliorare le abilità grosso-motorie e fino-motorie
– Far fronte a deficit traumatici
– Accrescere la concentrazione
Bambini, adoloscenti e adulti con:
– Problematiche cognitive
– Disabilità fisiche, dell’apprendimento e dello sviluppo
– Morbo di Alzheimer, Parkinson ed altre condizioni correlate all’invecchiamento
– Problemi da abuso di sostanze
– Lesioni cerebrali
– Donne in gravidanza
– Disturbi alimentari
Ci si rivolge al musicoterapeuta in situazioni di difficoltà o disagio che richiedano le competenze di un professionista della relazione d’aiuto.
Sovente ci si rivolge al musicoterapeuta all’interno di un percorso di educazione/abilitazione/riabilitazione concertato tra caregivers (o genitori) e professionisti dell’area educativo/riabilitativa: insegnanti, psicologi, psichiatri, logopedisti, fisioterapisti, psicomotricisti.
Può rivolgeresi al musicoterapeuta sia direttamente il caregiver (o genitore), sia il professionista dell’area educativo/riabilitativa: insegnante, psicologo, psichiatra, logopedista, fisioterapista, psicomotricista. Ma anche Enti Pubblici o Privati che si adoperino per la salute psicofisica dell’utenza della quale si occupano e che ad essi fa riferimento.
La durata di un percorso musicoterapico non è definibile a priori: viene concordata dal musicoterapeuta insieme al caregiver (o genitore), oppure dal musicoterapeuta in accordo con il professionista dell’area educativo/riabilitativa o l’Ente col quale collabora in equipe multidisciplinare o dal quale è stato contattato.
La musicoterapia non è una lezione di musica. Gli utenti spesso, nel corso di un programma di musicoterapia, acquisiscono abilità musicali come la sensibilità armonica, il controllo ritmico, la consapevolezza delle forme, il controllo della manipolazione, ecc… Queste abilità, costituiscono sì una parte importante del programma terapeutico, ma allo stesso tempo vengono considerate secondarie agli obiettivi terapeutici prefissati.
Ogni sessione è dedicata unicamente all’incontro con i bisogni dell’individuo. Il terapeuta adopera una serie di tecniche, come:
– Song-writing (scrittura di canzoni)
– Drum Circles (Cerchi di tamburi)
– Analisi dei suoni
– Improvvisazione sonoro-musicale
– Immaginario Guidato
– Canto
– Drammatizzazioni terapeutiche
La ricerca dimostra l’efficacia dei programmi di musicoterapia in molte aree, che includono:
– Effetti sull’umore e l’affettività
– Supporto emotivo per i pazienti e le loro famiglie
– Crescita psicosociale
– Risposte fisiologiche (p.es.: frequenza cardiaca; respiro)
– Funzionamento neurofisiologico
– Percezione del dolore
– Riabilitazione fisica
– Parola, linguaggio e comunicazione
4. BRUSCIA K. E., Definire la musicoterapia. Percorso epistemologico di una disciplina e di una professione, Roma, Gli Archetti, 1993, p. 115